martedì 3 luglio 2012

Quando una donna è assassinata non ci sono scuse: è omicidio


Troppo spesso, quando una donna viene uccisa, si legge: è stato un ''omicidio passionale'', un ''raptus di follia'' o un ''dramma della gelosia''. E si tende, implicitamente, quasi a giustificare l'assassinio con frasi tipo: ''L'uomo era geloso'', ''era depresso'', ''aveva subito un grave lutto''....

Raccolgo e condivido l'appello lanciato oggi in Rete da Anarkikka, che ha postato questa sua immagine sulla sua pagina Facebook: "Mi rivolgo - scrive Anarkikka - a tutti i media, bloggers, mezzi di informazione: adottate il "bollino" (anche come propria foto di facebook, ndr)! Assumiamoci la responsabilità di cambiare il linguaggio utilizzato nel raccontare l'assassinio di una donna! Basta con i soliti aggettivi che implicitamente tendono a giustificare la violenza nei confronti delle donne: geloso, abbandonato, solo, disperato...".

Anarkikka ha creato anche un evento su Fb

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